20 giugno 2006

Testo e uso dei font

In rete come sulla carta, l'aspetto di una pagina dipende in gran parte dal tipo di carattere tipografico (font) usato. La semplicità di questa "regola aurea" si scontra, però, con gli innumerevoli problemi cui vanno incontro i web designer esperti e i principianti. La gestione dei font su Internet è, infatti, ben più complessa. I motivi principali: da un lato il ristretto numero di combinazioni possibili nella composizione del testo; dall'altro, paradossalmente, l'enorme quantità di font utilizzabili.

Il corpo di un carattere, misurato in punti, è il primo problema. Su un libro o una rivista, l'occhio umano può sopportare agevolmente anche un carattere a corpo 8, su uno schermo generalmente no. Questo non vuol dire che un corpo 8 non si possa usare: per determinati contenuti (disclaimer, informazioni di copyright, etc.) un corpo 8 va benissimo anche su uno schermo. Un 12 punti, in qualsiasi altro caso, è il minimo corpo leggibile senza affaticamento dell'occhio. Un altro grosso problema è l'uso delle grazie. È opinione comune che un carattere graziato come il Times offra la massima leggibilità su una pagina a stampa. Il discorso cambia molto quando leggiamo ad esempio le pagine di un quotidiano on line: i caratteri bastone affaticano sicuramente di meno. Se proprio si vuole usare un carattere graziato, è opportuno sceglierne uno con grazie squadrate, occhi regolari e pari spessore tra le aste. In generale, comunque, lo schermo offre all'utente una risoluzione molto minore rispetto a quella di un documento a stampa. Per questo motivo è opportuno, anche in documenti ad alta densità di contenuto, non affollare lo schermo di blocchi di testo. Al di là dei comuni parametri e valori attribuibili ai font (allineamenti, colori in codice esadecimale e non, grandezze relative e assolute, specifiche del tipo di font) l'HTML non offre una grande possibilità di agire sul testo. Inoltre, come è noto, ogni utente ha il proprio browser impostato su determinati parametri di visualizzazione, e potrebbe anche aver impostato i suoi caratteri predefiniti come regola "prevaricatrice". Per questo motivo, la maggior parte dei designer si affida alla soluzione del bitmap text (immagini che contengono testo, utili per titoli, bottoni, etc). Ad ogni modo, si può giocare con quei pochi elementi che l'HTML offre per comporre una pagina di testo in modo piacevole, con un occhio alla creatività personale e uno (ben più analitico) al target specifico del nostro documento. Un documento commerciale differirà nello stile da uno dedicato all'intrattenimento, uno tecnico da uno dedicato alla formazione. Fermo restando il valore dei caratteri sans serif per una lettura rilassante, si possono variare gli stili (italic, bold, underlined e plain) o gli allineamenti: un testo sbandierato a sinistra diventa subito un elemento di originalità che può contraddistinguere un intero sito. È opportuno ricordare che le famiglie di font (ad esempio un Helvetica, o un Garamond) hanno quasi sempre tutte le varianti di stile possibile (Helvetica regular, light, medium, bold, italic, condensed ed extended). Usare un italic con un carattere come questo significa usare in modo legittimo un "membro della famiglia". Usare un italic con un font che non ha altri stili che il plain, costringe il browser a simulare un corsivo inclinato in un carattere che non è stato pensato per questo uso. Il risultato non è quasi mai soddisfacente. Qualsiasi impostazione stilistica si voglia dare alla pagina, comunque, è opportuno usare sempre lo stesso font in un sito. Un accurato bilanciamento della pagina ha sempre come risultato una maggior scorrevolezza e facilità d'utilizzo.

Detto questo, non va trascurata una evidente realtà: su Internet ogni giorno nascono decine di font diversi, belli e meno belli, prodotti da singoli appassionati e da aziende interamente dedicate a questo settore. Chiunque, con l'aiuto di un software come Fontographer di Macromedia può disegnare il proprio font personale e metterlo a disposizione della comunità. Più semplice e altrettanto divertente, fare un po' di "surfing" nei numerosi siti che distribuiscono font shareware o freeware

Alcuni link:

Transmission23 (http://www.transmission23.com/fonts/index.html)
Larabie Fonts (http://web.mit.edu/zudark/larabiefonts/)
UnAuthorized Type (http://www.latech.edu/~bmcgehee/untype/index.htm)
Emerald City (http://www.speakeasy.org/~ecf/)
FontFace (http://www.fontface.com/)
TypeRight (http://www.typeright.org/)
Chankstore Fonts (http://www.chank.com/)
Fontastic! (http://rover.wiesbaden.netsurf.de/~kikita/)
Astigmatic One Eye (http://www.comptechdev.com/cavop/aoe/)
Font Kingdom (http://homepages.tig.com.au/~muzzle/fontk/)


Da un articolo travato in rete:
Ci sono volute quattro generazioni di browser, ma alla fine la possibilità di specificare un font particolare per le proprie pagine è diventata realtà. TrueDoc per Navigator 4 e OpenType per Explorer 4 permettono ai designer di includere nei documenti non solo le istruzioni specifiche di font, ma anche un'immagine del font stesso racchiusa in un file che viene scaricato come fosse un'immagine durante il caricamento della pagina. In tal modo, anche non avendo una grossa collezione di font sulla propria macchina, chiunque potrà apprezzare il design di una pagina visualizzata con il font creato o scelto appositamente per essa. OpenType si avvia a diventare uno standard per il sistema operativo NT 5.0. Per adesso non è completamente supportato nemmeno da Windows98. Considerando che dietro OpenType si nascondono due nomi come Microsoft e Adobe, non c'è dubbio che anche Apple presto implementerà questo sistema. TrueDoc per adesso è il più diffuso strumento di inclusione dei font nei documenti, è stato selezionato come lo standard per i Network Computers, funziona su tutti i tipi di sistema operativo, ha un completo supporto Java, lavora su qualsiasi set di caratteri (non solo su quello europeo) e soprattutto offre comprime le informazioni in file veramente minuscoli. Le due tecnologie non si escludono tra loro: si possono costruire pagine con specifiche OpenType e TrueDoc nello stesso documento, per permettere una corretta visualizzazione in Netscape e Explorer. Quel che più importerà ai font designer, entrambe le tecnologie offrono un vantaggio fondamentale: la sicurezza. I file che rappresentano l'immagine di un font, infatti, non possono essere scaricati e utilizzati liberamente da chiunque. Funzionano esclusivamente sul server web in cui sono situati: un tentativo di usarli su altri server farà sì che il browser paragoni il dominio del sito con quello incluso nel file del font, noti la discrepanza e semplicemente non riproduca il font. In conclusione, nemmeno il font embedding poteva sfuggire alla logica del duopolio, e infatti c'è da scommettere che finché esisterà la scelta tra due tipi di browser le due tecnologie di font embedding coesisteranno tranquillamente.

2 Comments:

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